Il ruolo decisivo dell’Industria 4.0 per fronteggiare la crisi causata dal COVID-19

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Di fronte alla grave crisi sanitaria ed economica del 2020, alcune aziende hanno dovuto lottare duramente per continuare a operare nonostante la carenza di materie prime o di lavoratori, mentre altre hanno dovuto riorganizzarsi velocemente per far fronte a improvvisi aumenti di domanda.
E in questo contesto qual è stato il ruolo delle tecnologie della Quarta Rivoluzione Industriale (o Industria 4.0) ?

Da una recente indagine McKinsey dal titolo “COVID-19: An inflection point for Industry 4.0” che monitora i progressi dell’Industria 4.0 è emerso che per il 94% degli intervistati l’Industria 4.0 ha aiutato a mantenere in funzione le proprie operazioni durante la crisi e per il 56% le tecnologie li hanno aiutati a rispondere tempestivamente alla crisi.

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Dal report sono emersi 3 scenari di applicazione dell’Industria 4.0 che vedono rispettivamente la digitalizzazione come:

  • Un punto di forza per le aziende che già prima del Covid-19 avevano già adottato soluzioni Industria 4.0, trovandosi così preparate per rispondere alla crisi e generando un’ondata di entusiasmo per il potenziale delle tecnologie dell’Industria 4.0.
  • Una verifica delle soluzioni tecnologiche dell’Industria 4.0 per le aziende che si stavano digitalizzando. In questi scenari i casi di successo sono scesi del 40% rispetto al 2017, sia per una diversa percezione di successo inteso non più solo come capacità di generare valore ma anche di utilità nel far fronte alla crisi, sia per possibili limiti delle loro infrastrutture di tecnologia informatica/tecnologia operativa (IT/OT) non in grado di affrontare gli opportuni ridimensionamenti.
  • Un campanello d’allarme per quelle aziende che non si erano ancora pienamente adeguate all’Industria 4.0, perché il ritardo nell’avanzamento tecnologico ora risulta ancora più difficile da recuperare a causa delle difficoltà causate dal COVID-19 e alla loro scarsa capacità di reazione.

Si vanno così delineando 3 tipi di approccio verso l’industria 4.0:

  • Accelerate: organizzazioni che stanno raddoppiando il digitale per accelerare la diffusione dei casi d’uso su più fronti (circa il 21% degli intervistati)
  • Focus: società che puntano ad implementare tecnologie digitali in modo selettivo per soddisfare obiettivi specifici (circa il 60% degli intervistati)
  • Pause: coloro che hanno dovuto bloccare i progetti di Industria 4.0 senza prevederne un riavvio nei prossimi 6 mesi (circa il 19% degli intervistati).
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Infatti, nonostante l’Industria 4.0 sia una questione di primaria importanza, molte aziende hanno dovuto sospendere i progetti ad essa dedicati a causa di blocchi, lavoro a distanza, necessità di destinare risorse monetarie e umane su altre questioni più urgenti.

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Mantenendo gli obiettivi di aumento della produttività e diminuzione dei costi emergono nuove priorità strategiche per l’Industria 4.0, come l’agilità e la flessibilità. In quest’ottica diventano indispensabili le tecnologie che consentono il lavoro a distanza e che garantiscono la continuazione della supply-chain attraverso la gestione di reti di fornitura volatili e interrotte.

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La crisi interessa i settori industriali in modo molto diversificato.

Il settore più avanzato nell’applicazione delle tecnologie dell’Industria 4.0 è quello dei viaggi, trasporti e logistica, che è anche il settore che ha registrato i progressi più significativi nell’ultimo anno.

In difficoltà invece il settore aerospaziale che sta affrontando un periodo prolungato di carenza della domanda, e quelli dell’energia e dei materiali che stanno fronteggiando una diminuzione sia di domanda che di prezzi, viste le pressioni sui costi. Altri settori, come quelli della grande distribuzione e i prodotti medici, devono al contrario gestire una domanda elevata e volatile.

Secondo McKinsey la strategia per il prossimo futuro deve essere quella di focalizzarsi su pochi obiettivi e implementare, perfezionare e ridimensionare pochi casi d’uso che per raggiungerli.

La pandemia ha evidenziato come le soluzioni digitali sono più efficaci quando trascendono l’azienda e vanno a coprire la maggior parte della sua catena del valore end-to-end, e possono progredire più rapidamente con approcci implementabili da remoto.

Altrettanto importante sarà trovare un compromesso tra soluzioni rapide e scalabili, che possano facilmente adattarsi a funzionare su larga scala, come ad esempio l’uso di soluzioni in cloud o piattaforme Internet of Things (IoT) standardizzate che velocizzano l’implementazione iniziale e ne supportano l’applicazione su larga scala.

Quella del post COVID-19 si preannuncia un’economia che necessiterà sempre di più di una modalità di lavoro agile, di team interfunzionali e di competenze specifiche come Data Science e IoT Engineering.

D’altra parte la prospettiva non è rosea: quasi un terzo degli intervistati ritiene che ci vorrà almeno un anno per la ripresa, a parte la Cina dove molti affermano di essersi già ripresi dall’impatto del COVID-19.

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La pandemia ha quindi rafforzato il valore dell’industria 4.0, ma ha anche messo in luce i limiti delle implementazioni odierne e stabilito un livello più alto per il successo delle tecnologie legate all’Industria 4.0.

Fonte McKinsey: COVID-19: An inflection point for Industry 4.0