Chi è e cosa fa l’Innovation Manager

La figura dell’Innovation Manager si trova da settimane sotto ai riflettori: nella sua definizione più semplice, si tratta di un esperto in ambito digitale e tecnologico, certificato ed accreditato presso un apposito albo o elenco, che ha il compito di guidare e promuovere l’innovazione di processo e di prodotto in imprese che necessitano di un intervento di rinnovo trasversale alle diverse funzioni e dipartimenti aziendali.

Le domande più frequenti che le imprese si pongono su questo ruolo sono:

Abbiamo intervistato Massimo Rossi, Innovation Manager e Sales Account Manager in ProJEcta, chiedendogli di rispondere a queste domande e di raccontarci il suo percorso in questo campo.

Video intervista: cosa fa, quanto guadagna, come si diventa un Innovation Manager?

Abbiamo stilato una lista di FAQ evidenziando i compiti e le competenze di un Innovation Manager,
i vantaggi per l'impresa che si avvale del suo supporto ed altre informazioni utili
per capire meglio cosa significhi fare innovazione in azienda.

  D. CHI E’ E COSA FA UN INNOVATION MANAGER?

R. E’ una figura professionale che è stata definita all’interno delle norme ISO56000 e UNI11814 che certificano i processi e i ruoli per l’innovazione delle organizzazioni.
Un innovation manager, o responsabile dell’innovazione, è un professionista che si occupa di guidare e promuovere l’innovazione all’interno di un’organizzazione. Il ruolo principale è quello di sviluppare e implementare strategie e processi per favorire l’innovazione in vari settori dell’azienda.
L’obiettivo principale dell’innovation manager è stimolare l’innovazione all’interno dell’organizzazione, promuovendo il cambiamento, l’adattamento e il miglioramento continuo. Attraverso il proprio lavoro, cerca di creare un ambiente propizio all’innovazione, incoraggiando la creatività e il pensiero fuori dagli schemi per mantenere l’organizzazione competitiva e all’avanguardia nel proprio settore.

Le responsabilità specifiche di un innovation manager possono variare in base all’organizzazione e generalmente includono le seguenti attività:
1. Analisi delle opportunità: l’innovation manager esplora il mercato, monitora le tendenze, studia i concorrenti e identifica le opportunità di innovazione. Questo può coinvolgere la ricerca di nuove tecnologie, idee di prodotti o servizi innovativi, o nuovi modelli di business.
2. Sviluppo di nuove idee: l’innovation manager lavora con il team interno o esterno per generare nuove idee e soluzioni creative.
Possono organizzare workshop, sessioni di brainstorming o collaborare con altre figure professionali come esperti di design thinking per stimolare l’innovazione.
3. Valutazione e selezione delle idee: una volta raccolte le idee, l’innovation manager le valuta in base alla loro fattibilità, al potenziale valore per l’organizzazione e all’allineamento con la strategia aziendale. Vengono quindi selezionate le idee più promettenti per essere sviluppate ulteriormente.
4. Gestione del processo di innovazione: l’innovation manager coordina le diverse fasi del processo di innovazione, che possono includere la progettazione, lo sviluppo del prototipo, i test di mercato e l’implementazione finale. Supervisionano anche la gestione dei rischi e delle risorse durante l’intero processo.
5. Collaborazione interna ed esterna: l’innovation manager lavora a stretto contatto con altri dipartimenti all’interno dell’organizzazione, come ricerca e sviluppo, marketing, produzione e risorse umane, per assicurarsi che l’innovazione sia integrata in tutti gli aspetti dell’azienda. Possono anche collaborare con fornitori esterni, partner commerciali o consulenti per sfruttare competenze esterne e risorse supplementari.
6. Monitoraggio delle tendenze: l’innovation manager rimane costantemente aggiornato sulle ultime tendenze e tecnologie emergenti nel loro settore. Questo li aiuta a identificare opportunità di innovazione future e ad adattare la strategia di innovazione dell’organizzazione di conseguenza.

 QUAL E’ IL PERCORSO DI STUDI PER SVOLGERE QUESTO LAVORO?

R. Per diventare un innovation manager, è necessario seguire un percorso formativo e acquisire una combinazione di competenze, esperienze e conoscenze, acquisire una serie di competenze chiave per l’innovation management.
Queste possono includere la gestione dei progetti, il pensiero critico, la creatività, la capacità di risoluzione dei problemi, la comunicazione efficace, la leadership e la gestione del cambiamento: queste competenze devono essere sviluppate sia attraverso la formazione, sia con l’apprendimento autonomo sul campo, la partecipazione a workshop e il coinvolgimento in progetti innovativi.
Le materie di studio comprendono la serie delle norme ISO56000 e UNI11814, le tecnologie abilitanti della Transizione 4.0, Sistemi Organizzativi, principi di Lean management, design thinking, metodologie Agile, fondamenti per la Digital Transformation.

 D. PERCHE’ UN’AZIENDA DOVREBBE AVVALERSI DELL’INNOVATION MANAGER?

R. Ci possono essere più obiettivi e dunque più ragioni da cui partire: l’Innovation Manager è una figura nuova, quindi va anche compresa e le aziende dovrebbero avvicinarsi gradualmente all’introduzione di questa nuova figura, che può essere esterna o interna.

La sua presenza, interna o esterna, è utile all’azienda per cogliere e sfruttare nuove opportunità in contesti di domanda fluttuante ed elevata

domande-risposte

volatilità di mercato, per migliorare l’efficienza e la produttività interna dell’organizzazione ed accompagnare in ogni fase dell’innovazione tutti i reparti, dalla direzione agli uffici operativi e, nelle aziende di produzione o di logistica, anche ai reparti operativi, dove c’è movimentazione di materiale, per migliorarne l’efficienza con tutte le metodologie e tecnologie a servizio delle organizzazioni.

Una figura di questo tipo supporta l’impresa nel gestire il rischio e la complessità connessi ai cambiamenti di paradigma organizzativi e produttivi, attraverso lo sviluppo di modelli, prototipi, prove graduali e miglioramenti continui: sono queste le metodologie che l’Innovation Manager acquisisce e mette a disposizione dell’organizzazione, per assicurarne i benefici e affiancarla in ogni singolo processo.

 D. IN QUALI CASI E’ INDISPENSABILE AVERE UN INNOVATION MANAGER PER L’IMPRESA?

R. Essenzialmente in due casi.

Nel primo, e forse il più importante, la sua presenza risponde all’esigenza di mantenere alta la competitività in un mercato come quello attuale in continuo cambiamento, soggetto a rapidi mutamenti: questo professionista rimane dunque in ascolto del mercato ma nel frattempo è anche operativo all’interno dell’azienda, e l’organizzazione può beneficiarne in tutti gli ambiti: può fornire supporto alle attività commerciali per intercettare bisogni e sviluppare metodologie per essere propositivi, può fornire input alle aree di R&D per innovare il prodotto e così via.
L’Innovation Manager lavora inoltre al continuo miglioramento a livello di misurazione dei processi, quindi la sua presenza è fondamentale per guidare ed affiancare l’azienda nella scelta e l’adozione di strumenti come CRM, strumenti ERP evoluti che permettono alle aziende di qualsiasi tipo di organizzarsi al meglio, cruscotti personalizzati per monitorare le performance.

L’altro caso importante, venuto alla ribalta negli ultimi mesi, si collega alla prescrizione contenuta in un bando nazionale che permetterà di agevolare le aziende che adotteranno strumenti e processi di trasformazione digitale con un requisito imprescindibile: che ci sia una figura di Innovation Manager, interna o esterna, che affianchi l’impresa nello sviluppo del progetto finanziato, supportandola fin dalla presentazione della domanda, e che segua l’introduzione delle tecnologie e metodologie previste dal bando, di cui vi darò successive notizie.

D. QUANTO GUADAGNA CHI RICOPRE QUESTO INCARICO?

R. Domanda complicata a cui rispondere.
Non ci sono dei tariffari come nel caso di alcuni albi o ordini professionali (ad es. quello degli ingegneri o degli architetti), di cui vengono normati anche i listini. Stiamo parlando di una figura professionale consulenziale di alto livello, di un manager che per definizione ha una certa esperienza e una certa capacità, quindi si parte da una Ral se è un dipendente – oppure da un compenso con fatturazione se è un consulente esterno – che si aggira attorno ai 60.000 euro e può salire e anche superare i 100 mila euro annuali per un affiancamento costante.
Va sottolineato che non stiamo parlando di attività spot, non si tratta di consulenza strategica a fine se stessa ma di un percorso di affiancamento, l’innovazione abbraccia tutta l’organizzazione, tutta l’azienda e quindi questa figura deve essere a stretto contatto con ogni funzione e livello aziendale: il suo compenso può apparire alto, ma si tratta di un investimento che viene ammortizzato attraverso i benefici tangibili che porta all’organizzazione.

"OK, HO IN MENTE UNA MIRIADE DI PROGETTI INNOVATIVI PER LA MIA IMPRESA: DA DOVE INIZIO?"

Hai un’idea innovativa per la tua impresa e vuoi svilupparla in un progetto con il supporto di Massimo?
Chiama lo 0438 491027, oppure scrivici e ti contatteremo al più presto: